Come scegliere la racchetta da tennis?
Quindi, come scegliere una racchetta da tennis? La domanda, se giocate a tennis, ve la siete certamente posta. Stando ai dati di Google Search, le domande più frequanti sul tema sono:
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- tipi di racchette da tennis
- e infine (finalmente:) come si misurano le vibrazioni e, inaspettatamente, topspin :)
Queste sono solo le principali keywords, ma ci danno già un'idea di quali siano gli aspetti più considerati dai giocatori. Altre keywords spesso usate, anche se più generiche, sono:
- Gomito del tennista, dolore al polso, overgrip, tipi di presa, impugnature per racchette da tennis, corde per racchette da tennis, zona di impatto, punto di equilibrio, ammortizzatore per racchette da tennis, smorzamento delle vibrazioni
Ebbene, la scelta di un tipo di racchetta da tennis rispetto a un altro non è così intuitiva come si potrebbe credere. Oltre a parametri quantificabili, esistono variabili aggiuntive, come la frequenza di vibrazione, che possono orientarci verso un determinato modello, anche se a prima vista sembra uguale ad un altro.
Criteri di Scelta Importanti
Storicamente, la scelta dell'attrezzatura da tennis è stata determinata da fattori soggettivi: dalla sensazione che si ha tenendo in mano la racchetta fino all'esperienza tattile nel momento dell'impatto con la palla. Un ruolo significativo è giocato anche dal design, compreso il colore e l'aspetto generale della racchetta —ed a questo si aggiunge, senza alcun dubbio, la percezione soggettiva della marca che la produce.
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La pratica sul campo
La pratica sul campo ci mostra che, oltre agli aspetti concreti, esistono fattori impalpabili e delicati che influenzano la nostra scelta tra strumenti apparentemente identici. Come esperti tecnici, dobbiamo chiederci se ci siano aspetti quantificabili che possano spiegare una performance differenziata in termini di comportamento, al di là di parametri fisici quali il peso (W-g), l'equilibrio (bal-mm), i momenti di inerzia (SwW-SpW-TwW-RcWkgcmq), l'indice di polarizzazione (pol. index) e la rigidità statica (RA-kg/mm) del manico. Se esistono, quali sono questi fattori? Se non esistono, potrebbe essere che le nostre percezioni siano unicamente legate a fattori psicologici?
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La racchetta può essere equiparata ad un diapason?
È probabile che ci sia una coesistenza tra gli aspetti fisici e quelli mentali; pertanto, la nostra strategia per affrontare il problema considererà sia i fattori quantificabili che quelli non quantificabili, associati all'ambito psicologico. Cominceremo analizzando i dati fisici, ai quali mi riferisco come dati di "secondo livello", ossia quelli che richiedono una comprensione dettagliata dello strumento in uso, dato che sono collegati alle attività di misurazione.
La fisica della racchetta da tennis
Il primo elemento è la rigidità dinamica del telaio, che si riferisce alla resistenza del telaio misurata in situazioni reali di gioco. Questo tipo di rigidità si valuta attraverso l'osservazione delle frequenze di vibrazione proprie della racchetta nel momento dell'impatto con la palla. Questo contrasta con la rigidità statica, che viene determinata utilizzando un apparecchio che valuta quanto si può piegare lo shaft quando è sottoposto a flessione. Possiamo paragonare la nostra racchetta a un diapason (strumento utilizzato in musica per l'accordatura), per comprendere meglio questo concetto.
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Ogniqualvolta si colpisce una palla con la racchetta, quest'ultima entra in vibrazione nelle nostre mani a una determinata frequenza. Questa si piega come una verga flessibile e vincolata, comunicando al nostro organismo, tramite mano, polso e braccio, delle vibrazioni che ci trasmettono informazioni in una forma di linguaggio subconscio. Infatti, analizzando la frequenza delle vibrazioni, possiamo ottenere dati che il nostro cervello interpreta, poiché l'energia rilasciata dal contatto produce una percezione di maggiore o minore energia, che comporta diverse conseguenze per la protezione delle articolazioni. Queste conseguenze variano da individuo a individuo a seconda della propria costituzione fisica e delle proprie frequenze di risonanza personali.
Allo stesso tempo, il modo in cui vibra ci trasmette informazioni sotto forma di "treno d'onda" sulla rigidità percepita del telaio: più alta è la frequenza, misurabile in Hertz (cicli al secondo), più acuta è la vibrazione sonora e più la racchetta viene percepita come rigida in campo.
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Dati e percezione non sempre coincidono
In termini concreti, ciò che sentiamo è la risonanza del telaio, la quale ci pervade e risuona al contatto delle nostre mani (chiaramente in sinergia con le corde). Questo definisce la sensazione di flessibilità (una vibrazione lenta di bassa frequenza associata a un tono cupo) o quella di solidità (una vibrazione rapida di alta frequenza che ci fa vibrare, avvertita come un tono alto).
IÈ possibile trovare una correlazione tra i valori di rigidità statica e dinamica, anche se esistono eccezioni legate all'utilizzo di materiali, principalmente poliammide e termoplastica, che possono avere un comportamento camaleontico, morbido alle basse velocità e rigido alle alte, come nel caso della storica Dunlop Max200G o della moderna Wilson Clash.
Molti di noi hanno probabilmente percepito un telaio nominalmente elastico come rigido a causa della sua bassa RA, o un telaio elastico come rigido a causa della sua rigidità statica, e la ragione di ciò può essere ricercata nella frequenza di vibrazione caratteristica del telaio, o nella rigidità dinamica. Tenete presente che le frequenze che consideriamo quando parliamo di telai di racchette da tennis vanno da 100 a 200 Hz, mentre quando parliamo di corde, le frequenze che possiamo rilevare, a seconda del materiale, del calibro e della tensione, possono variare da 400 a 700 Hz.
Questi treni d'onda si fondono e si mescolano al momento dell'impatto, creando quel mix unico e caratteristico che ci permette di sentirci "a casa" in termini di feeling, dandoci una sensazione familiare e apprezzata quando usiamo la nostra racchetta, con la nostra corda alla giusta tensione.
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La distribuzione dei punti di flessione o "flexpoints"
Questi concetti che sembrano usciti da un romanzo di fantascienza erano già conosciuti negli anni '80. Il design dei telai della serie "Resonantz", creati da Siegfrid "Siggy" Kuebler, noto padre delle racchette "profile", si basava sull'idea di aumentare la potenza dello strumento attraverso l'incremento della sua rigidezza dinamica. Questo si traduceva in un fusto progettato per oscillare a frequenze di 200-250hz.
In termini di rigidezza, flessibilità e sensazioni al momento del contatto con la palla, un altro fattore importante è il punto o i punti di flessione, noti come "flexpoint". Questi influenzano il modo in cui la rigidezza si distribuisce lungo i diversi segmenti del telaio.
Il valore di flessione dichiarato dai produttori, calcolato secondo il criterio definito dallo standard del Babolat RDC (la prima apparecchiatura diagnostica prodotta che misura la flessibilità della racchetta facendola piegare su un fulcro posizionato a 32,5 cm dalla parte superiore), non considera il comportamento del telaio quando è in mano al giocatore, cioè non specifica in quale punto del telaio avviene la flessione, ma indica unicamente quanto si piega la zona centrale-alta dei montanti. Questa distinzione può apparire minima, ma in realtà può influenzare in modo significativo il comportamento della racchetta sul campo da tennis.
Confondiamoci le idee
È dunque possibile che due racchette, nonostante presentino lo stesso valore di rigidezza statica (RA), possano comportarsi diversamente durante il gioco a causa di una distribuzione variabile dei punti di flessione. Questa è la ragione per cui racchette che condividono specifiche tecniche come dimensioni del piatto corde, schema di incordatura, foratura, peso, bilanciamento, inerzia e la già citata rigidezza statica, possono sorprendentemente offrire prestazioni distinte e trasmettere sensazioni tattili differenti al giocatore. La collocazione dei punti di flessione lungo il manico influisce quindi sulla percezione di maneggevolezza della racchetta durante l'uso, conferendole un carattere distintivo.
Influenza sui "flexpoints" della racchetta
La modalità con cui si distribuiscono le rigidità flessionali può essere influenzata da diversi fattori. Questi includono:
- Rigidezza e tipo del materiale: Il materiale scelto e la sua rigidezza intrinseca giocano un ruolo chiave.
- Disposizione dei compositi: Come i compositi sono distribuiti lungo il telaio può alterare la rigidità.
- Design delle sezioni: La forma delle sezioni trasversali ha impatto sulla flessibilità.
- Caratteristiche geometriche: Le dimensioni e le forme delle diverse parti influiscono sulla distribuzione della rigidità.
- Posizione e tipologia dei rinforzi: L'utilizzo di rinforzi come kevlar, carbonio e fibra di vetro e dove questi sono posizionati cambiano la rigidità strutturale.
- Riempimento con materiali espansivi: L'uso di polimeri o poliuretani espansivi può modificare la flessione del telaio e la trasmissione delle vibrazioni attraverso la struttura.
- Presenza di elementi antivibranti: Elementi progettati per smorzare le vibrazioni possono alterare la risposta flessionale.
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Gli antivibrazione per racchette da tennis funzionano?
L'efficacia degli antivibrazione per racchette da tennis è un argomento di discussione tra i giocatori e gli esperti. Mentre alcuni sostengono che questi dispositivi riducono significativamente le vibrazioni e migliorano il comfort durante il gioco, altri ritengono che l'effetto sia minimo o addirittura inesistente. In ogni caso, la scelta di utilizzare o meno un antivibrazione dipende in gran parte dalle preferenze personali del giocatore.
E' tuttavia scientificamente provato che gli antivibrazione hanno un effetto misurabile di spostamento delle frequenze di vibrazione più alte -quelle già citate tra 400 Hz e 700+ Hz. Il risultato più evidente di questo effetto è un cambio di "suono" della racchetta.
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Il futuro dell'attrezzatura per tennis?
Grazie a tecniche di produzione e progettazione avanzate, noi di AMbelievable™ abbiamo spinto la ricerca sugli antivibrazione in territori fin qui inesplorati. In particolare, la tecnologia che abbiamo brevettato prevede l'impiego di strutture trabecolari (in inglese lattice structures) che sono derivate dalle cosiddette geometrie implicite -ossia forme geometriche molto complesse, note a livello matematico da decenni ma che solo recentemente è stato possibile produrre grazie all'avvento della produzione additiva, o stampa 3D.
Queste strutture hanno dimostrato di avere capacità di smorzamento delle vibrazioni decisamente superiori alle strutture convenzionali - e questo non siamo noi a dirlo, ma centinaia di studi e pubblicazioni scientifiche.
La cosa che, da ingegneri e giocatori di tennis appassionati, ci entusiasma di più, è il fatto di poter modificare queste strutture ed ottenere delle frequenze di risonanza mirate, praticamente identiche a quelle del telaio e delle corde di una racchetta da tennis (che noi chiamiamo "sistema racchetta").
Grazie alla flessibilità della stampa 3D, è quindi possibile personalizzare a livello individuale il dispositivo —una cosa che fino a pochi anni fa era del tutto impensabile. Per saperne di più visita la nostra pagina di prodotto.
Note:
questo testo è ispirato al bellissimo articolo apparso su Tennis Italiano nell'ottobre del 2023, e correlato ai molti articoli già pubblicati sul nostro blog. Come sempre, il testo è stato scritto dalla nostro modello di LLM (intelligenza artificiale, se preferite) e verificato prima della pubblicazione da operatori umani, speriamo altrettanto intelligenti :)